La fossa dei lupi
La fossa dei Lupi vuole essere un omaggio esplicito e pieno di gratitudine al capolavoro di Alessandro Manzoni, presentando un possibile seguito delle avventure di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, gli indimenticabili promessi sposi, e di alcuni fra gli altri personaggi del romanzo, da Agnese all’Innominato, da Don Abbondio al Cardinal Federigo e ai defunti all’epoca – ma per altri versi molto presenti – conte zio, Don Rodrigo e Don Attilio.
Brevemente, per chi non avesse letto o avesse dimenticato la trama del romanzo: siamo nel 1628, in Lombardia. Renzo e Lucia sono poveri, fidanzati, e perseguitati da Rodrigo, un signorotto locale che non esita a far rapire la ragazza, complici una monaca di origini aristocratiche e il suo amante segreto. Salva dopo un ripensamento a carattere religioso del suo anonimo sequestratore, l’Innominato, Lucia come tutti i personaggi positivi e negativi dell’intreccio (Fra Cristoforo, Don Abbondio, Agnese, Perpetua, il conte Attilio…) dovrà affrontare la guerra, i disordini di piazza e la peste prima di potersi riunire all’amato.
Ora, cosa succede quando, alla fine della peste manufatta, il romanzo manzoniano si chiude col matrimonio dei due giovani? Ho cercato di immaginare il prosieguo come un giallo non privo di ironia e leggerezza, due grandi doti di Don Lisànder…
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