La sinagoga degli zingari
Fronte russo, agosto 1942. Martin Bora, ufficiale dell’intelligence tedesca, si sta preparando alla battaglia per Stalingrado quando viene incaricato di indagare su un bizzarro caso di scomparsa: due civili romeni, scienziati di chiara fama, sono svaniti nel nulla mentre si stavano recando in visita al generale Paulus, comandante in capo della 6ª Armata.
Bora si unisce alle ricerche dei dispersi, che di lì a poco vengono ritrovati cadaveri. La macabra scoperta inasprisce le rivalità che dividono gli alleati del Reich: romeni, italiani, ungheresi, cosacchi si rimpallano la responsabilità dell’accaduto, senza però riuscire ad individuare gli esecutori e il movente del duplice omicidio.
Presto le indagini di Bora vengono interrotte dall’incalzare degli eventi bellici: la sanguinosa presa di Stalingrado, i combattimenti strada per strada, il progressivo rovesciamento delle forze in campo e delle loro fortune. Pochi mesi dopo, Bora si ritrova assediato all’interno della città, mentre le truppe tedesche stanno per capitolare all’Armata Rossa. Determinato a non cadere prigioniero dei russi, riesce ad organizzare un’avventurosa fuga. Con un pugno di uomini percorre 400 chilometri dietro le linee nemiche, schivando pericoli di ogni sorta in un’odissea sempre più allucinata. E una volta giunto in salvo, scopriremo che non ha affatto dimenticato il caso dei due romeni assassinati…
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